di Roberto Marchesini

Educare il proprio cane alla calma è il modo migliore per farlo stare bene e per ridurre alcune tra le problematiche gestionali più comuni, per esempio quelle relative all’ipersensibilità e al comportamento esuberante. Molte persone senza rendersene conto eccitano il cane perché si relazionano sempre con lui attraverso il movimento, la sfida, lo scherzo, il gioco corporeo, la voce alta e concitata oppure perché premiano il cane tutte le volte che questi va in eccitazione. Si scambia tale stato di fibrillazione del cane come una condizione di felicità da incentivare o come una richiesta di attenzione da esaudire o, ancora, come uno stato di inquietudine a cui rispondere o da rimbrottare.

Si è detto che l’attenzione è il premio più ambito per il cane: se anche inconsapevolmente ci si rivolge a lui quando si eccita, abbaia, raspa contro la porta, ci mette le zampe addosso o presenta atteggiamenti di esuberanza, inevitabilmente andremo a rinforzare questo stile. La situazione tipica è l’entrata in casa, un evento che inevitabilmente eccita un po’ il cane: in genere le persone non calmano il cane, ma aumentano la sua eccitazione attraverso il movimento, la voce acuta, l’aumento di attenzione. L’educazione alla calma si basa su una forte coerenza del proprietario nella capacità di ignorare il cane quando manifesta comportamenti di esuberanza e di premiare invece lo stato di calma, anche perché in genere si sarebbe portati a fare il contrario.

Anche troppi stimoli, come il restare perennemente davanti al cancello, alla finestra o sul balcone, può eccitare il cane, soprattutto se la razza ha già vocazioni alla territorialità e alla difesa. Anche rispetto alla tendenza reattiva, come avvisare o rincorrere, o alla motivazione predatoria se è vero che esistono razze con una maggiore propensione all’eccitazione, pensiamo ai border collie o ai terrier, è altrettanto vero che molto spesso il proprietario accentua queste tendenze pensando di doverle sfogare ma così facendo non le abbassa bensì le esercita. Soprattutto nei momenti di rituale, come la sveglia, l’uscita o l’ingresso in casa, è importante affrontare queste circostanze con calma abbassando l’eccitazione del cane. Se il cane si eccita molto quando si esce – inizia a saltare, tira il guinzaglio, aumenta la frequenza respiratoria, tossisce – è bene aumentare il numero di uscite in modo tale da abbassare la percezione di eccezionalità dell’evento. All’esterno poi le persone tendono a fare solo attività eccitatorie, con l’idea di sfogare il cane, ma questo non lo aiuta perché col tempo il cane impara che all’esterno ci si comporta così ovvero in modo impulsivo, esuberante, eccitatorio e senza controllo. L’educazione deve invece mitigare gli eccessi: se il cane è eccitabile è meglio lavorare su giochi solutivi, che ne aumentano gli autocontrolli, e sulla ricerca olfattiva.

Alcune persone scambiano poi lo stato di calma con l’ubbidienza e la coercizione quando, al contrario, dovrebbe essere una condizione ordinaria e normale per il cane, pertanto vessano il cane per farlo “star buono” e non si preoccupano se nella quotidianità lo gratificano quando va in eccitazione o addirittura lo spingono ad assumere uno stile eccitatorio.

Posizionarsi in uno stato di calma non ha a che fare con l’ubbidienza, ma con lo stile del cane: non possiamo pretendere che il cane come una macchinetta si accenda o si spenga quando vogliamo noi. Gli stili si assumono nella quotidianità: nel modo in cui il proprietario si relaziona col cane, nei giochi più frequenti – alcuni dei quali, come quelli visivi del rincorrere, eccitano, altri come quelli olfattivi calmano – nella possibilità del cane di poter godere in casa di una zona di privacy ove poter riposare indisturbato. La calma è uno stato interno del cane, un’abitudine che assume nelle diverse circostanze perché quello è il suo stile e il suo modo di stare nella quotidianità.